Il ciclo di incontri sul diritto internazionale penale ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’esistenza e dell’operato degli Organismi Internazionali competenti in materia di crimine di genocidio, di crimini di guerra e di altri crimini contro l’umanità.
La violenza sessuale e di genere nei confronti delle donne, delle bambine, degli LGBT e dei gruppi vulnerabili sono una delle piu’ endemiche, persistenti e devastanti violazioni dei diritti umani che il mondo odierno si trova ad affrontare. La violenza di genere affonda le proprie radici in un modello culturale non ancora superato, che si alimenta e si riconduce a una disparita’ di ruoli dettati dal genere, a stereotipi anacronistici, tramandati di generazione in generazione e difficilmente superabili.
La maggior parte delle vittime delle guerre si riscontrano tra i civili, soprattutto donne, bambini e LGBT. Le donne possono essere esposte a gravi forme di violenza sessuale che sono talore messe in atto in modo sistematico allo scopo di ottenere obiettivi militari o politici. Lo stupro e’ stato infatti riconosciuto dalla giurisprudenza penale come “weapon of war”.
In particolare, a seguito di un’interpretazione non autentica del Corano, sin dal 2014, le donne e le bambine Yazidi sono state vittime di stupri e schiviatu’ sessuale da parte dello Stato Islamico (ISIS).
Un esempio di coraggio e’ Nadia Murad, difesa da Amal Clooney Alamuddin durante la sua testimonianza di fronte alla Corte penale internazionale dell’ONU. E’ un’attivista yazida irachena sopravvissuta alle atroci violenze inflitte dall’ISIS e nel 2018 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.